La produzione di carne ovina, nel 2014, dimostrerà due trend ben distinti: in Oceania, i lunghi periodi di siccità causeranno un forte ridimensionamento dell'offerta, mentre nel resto del mondo la produzione continuerà a far registrare valori positivi; l'azione contemporanea di queste due situazioni aumenterà il livello massimo di output dello 0.5%, arrivando quindi a 14 milioni di tonnellate totali. I maggiori produttori risulteranno ancora i paesi in via di sviluppo, con Cina, India, Sudan e Pakistan che mostreranno forti crescite nella produzione, favorite da elevate disponibilità di mangime per gli animali. Come detto precedentemente, la produzione in Australia e in Nuova Zelanda calerà drasticamente, così come quella dell'Unione Europea - secondo produttore mondiale - anche se in maniera meno accentuata.
Le gravi condizioni climatiche influenzeranno anche gli scambi di carne ovina; da sole, infatti, Australia e Nuova Zelanda costituiscono l'85% delle esportazioni mondiali: la siccità porterà, quindi, ad un calo del 3.7%, diminuendo le quantità totali esportate a 951 mila tonnellate. Questa situazione spingerà gli esportatori dell'Oceania a soddisfare le richieste dei mercati più profittevoli, ossia UE e Stati Uniti, a scapito di quelli meno redditizi, come Cina, Qatar, Malesia e Emirati Arabi. Ciò favorirà l'aumento delle vendite di India e Uruguay, che serviranno, rispettivamente, i mercati del Medio Oriente, e i mercati di Cina e Brasile.