IMPATTO ECOLOGICO, SOCIALE E SANITARIO: QUAL E' IL COSTO REALE DELL'ALIMENTAZIONE? - "LE MONDE"

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Francia - Come nutrirsi in modo sano quando l'alimentazione e' la prima variabile di aggiustamento per le famiglie a basso reddito? Come produrre alimenti rispettando l'ambiente, garantendo al contempo agli agricoltori un reddito dignitoso?

Al fine di delineare un modo per conciliare questi obiettivi apparentemente contraddittori, martedi' 17 settembre alcune associazioni di solidarieta' (Secours catholique), per la salute (Federazione francese dei diabetici) e di sostegno agli agricoltori (Solidarite' Paysans e la rete Civam, i Centri d'iniziative per valorizzare l'agricoltura e il mondo rurale) hanno pubblicato un ampio studio sul prezzo reale dell'alimentazione in Francia, con l'obiettivo di esaminare l'insieme delle spese pubbliche volte sostenere il modello agroalimentare e riparare o compensare alcuni dei suoi effetti. (...)

Per questo studio, si sono basate su dei lavori svolti da Basic, una societa' di consulenza specializzata in questioni ambientali, e dall'Institute for Climate Economics (I4CE), e sono stati supportati da un consiglio scientifico che ha garantito il rigore dell'approccio. La nozione di "costi nascosti" e' oggetto di una crescente letteratura scientifica. (...) La maggior parte di queste stime si basa su cifre teoriche, che traducono, ad esempio, l'impatto del diabete o dell'inquinamento sulla perdita di produttivita'.

L'approccio adottato da Secours Catholique e dai suoi partner si differenzia per la metodologia: le associazioni e i ricercatori hanno optato per un approccio contabile, basato sulla spesa pubblica effettivamente sostenuta. (...) Si e' anche deciso di non valutare cio' che, per sua natura, non puo' essere sostituito da un valore monetario, come la perdita irreversibile di una specie animale.

Lo studio stima innanzitutto la spesa pubblica effettivamente sostenuta per compensare o riparare alcuni effetti dei sistemi alimentari (trattamento di malattie direttamente legate all'alimentazione - diabete, obesita', ecc. - o di malattie professionali degli agricoltori, lavori di decontaminazione dell'acqua, gestione dei rifiuti, misure per compensare i bassi salari nell'industria agroalimentare, ecc.) Lo studio conclude che nel 2021 sono stati spesi 19 miliardi di euro, il doppio del budget assegnato alla pianificazione ecologica per l'anno in corso, di cui 12 miliardi per le spese sanitarie, 3,4 miliardi per gli impatti ecologici e 3,4 miliardi per gli impatti socioeconomici. E' probabile che questo importo sia sottostimato, soprattutto nel caso degli impatti ambientali, che sono coperti in misura molto minore rispetto ai danni effettivi al degrado del suolo, al clima o alla biodiversita'. "Questi 19 miliardi di euro sono la punta dell'iceberg degli impatti negativi del nostro sistema alimentare. Si tratta di spese che potrebbero essere evitate se passassimo da una politica di emergenza e risarcimento a una di prevenzione", evidenzia Marie Drique,[che ha coordinato lo studio per Secours Catholique].

Lo studio stima inoltre la spesa pubblica totale a sostegno del settore agroalimentare a 48,3 miliardi di euro all'anno: ben oltre i 9,5 miliardi di euro di aiuti della politica agricola comune (PAC), di cui beneficiano a monte gli agricoltori. I collegamenti intermedi fino alla distribuzione sono sostenuti da una serie di sussidi, acquisti diretti ed esenzioni fiscali e previdenziali. Tuttavia, gran parte di questo sostegno e' "cieco", senza condizioni, e va a beneficio soprattutto di un modello che favorisce la corsa ai volumi.

"Non si tratta di mettere in discussione il sostegno pubblico all'alimentazione, che e' un bene a cui tutti dovremmo avere accesso, ma di guardare al modo in cui viene indirizzato. A cosa servono questi 50 miliardi di euro? A fornire un servizio, a offrire l'accesso al cibo al prezzo piu' basso possibile. Questo obiettivo, concepito alla fine della Seconda guerra mondiale, e' stato rilevante per molto tempo, ma di fronte alle nuove sfide del XXI secolo, se ne puo' ridiscutere", sottolinea Charlie Brocard, [ricercatore dell'Istituto per lo sviluppo sostenibile e le relazioni internazionali (Iddri), membro del comitato scientifico].

Oltre alle cifre, lo studio da' voce anche ai sentimenti delle persone interessate, espressi nei gruppi di lavoro. "Ci sono molte ingiunzioni contraddittorie, sia per i produttori agricoli che per le persone in situazioni precarie", osserva Marie Drique. "Viene chiesto loro di acquistare in modo piu' costoso, piu' locale, con la sensazione di non poter essere solidali, mentre in realta' e' quello a cui aspirano", spiega. (...) Secours Catholique e i suoi partner vogliono credere che mettere in discussione la costruzione sociale del prezzo possa unire persone di ogni estrazione sociale. (...)

Le associazioni sono ottimiste (...) e considerano i 67 miliardi di euro di denaro pubblico investiti nell'alimentazione come uno spunto di riflessione. In un momento in cui il dibattito sul bilancio si fa teso sui risparmi da realizzare, sostengono che alcune spese possono essere evitate o gestite meglio. (...) A breve termine, sperano in misure rapide per aiutare l'insediamento degli agricoltori o per regolamentare la pubblicita' nel settore agroalimentare, che e' soggetta solo a una carta d'impegno non vincolante. Prima di aprire un dibattito piu' ampio sui prezzi. Una delle tante questioni sul tavolo del futuro governo Barnier.

[Mathilde Gerard, quotidiano - a cura di agra press] 17:09:24/00:00