L'evoluzione del largo consumo fra due eventi EPOCALI in un biennio e le prospettive per il futuro secondo IRI

Italia


La pandemia ha contribuito a una crescita anomala dei prodotti di largo consumo nel canale retail, generando scambi inediti in un settore maturo. Ora, l'inflazione e la crisi bellica stanno portando ulteriore discontinuità ed incertezza al consumatore che, volendo proteggere il potere di acquisto, mette in atto una serie di strategie: scelta di canali a più basso prezzo, ricomposizione del basket e minore predisposizione a creare scorte, soprattutto perchè la distribuzione offre meno promozioni.
Esiste un forte atteggiamento della distribuzione moderna volta ad affrontare l'aggravio di prezzo per il consumatore dovuto alla consapevolezza della crescente elasticità di questo verso la variabile prezzo. E' quindi aumentata la concorrenza orizzontale. L'11% dei consumatori è passata da una insegna all'altra; i primi cinque gruppi della distribuzione oggi detengono il 57% della quota di mercato, il 6% in più rispetto a qualche anno fa; inoltre si segnala una forte espansione dei discount. La pressione dei costi ha spinto in salita i prezzi sugli scaffali, +2,2% sui beni di prima necessità.
Gli Iper, che erano già in crisi prima della pandemia, oggi sembrano essere in recupero. L'e-commerce, salito del 170% nell'ultimo biennio, ora è rallentato e nelle ultime settimane si è avvicinato allo 0%. Per quanto riguarda i prodotti, risale la marca del distributore sottraendo spazio ai grandi marchi, probabilmente a causa del calo delle promozioni.
Le attese per il 2022, secondo IRI, prevedono alta inflazione e contrazione dei volumi, la cui intensità dipenderà dalla combinazione tra quanta parte degli aumenti di costo potranno essere trasferiti sullo scaffale e in che misura le promozioni potranno essere riportate su livelli precedenti. In entrambi i casi, i consumatori continueranno ad operare le scelte di mix e canale descritte.

Fonte. Assocaseari Servizio informativo N° 14/2022 dell'8 Aprile 2022