Piena disaffezione al biologico: "Alcuni produttori non mostrano più il logo per non spaventare il cliente" (Francia)

Europa

I francesi continuano a ridurre gli acquisti di prodotti biologici. Dopo un'improvvisa battuta d'arresto alla fine del 2021 e un forte rallentamento nel 2022, la tendenza al ribasso è proseguita dall'inizio del 2023. Secondo l'istituto Circana, tra gennaio e luglio le vendite di alimenti prodotti senza fertilizzanti chimici o pesticidi sintetici sono crollate del 13% in termini di volume nella grande distribuzione. Il calo in valore si è limitato al 2%. Non sorprende che questo mercato stia soffrendo per le scelte di consumo dei francesi, che si trovano ad affrontare un'inflazione senza precedenti.

Da quando i prezzi dei prodotti alimentari sono saliti nei supermercati - quest'estate con un aumento vertiginoso del 20% in due anni - i clienti cercano di contenere l'importo dello scontrino. Lo spostamento verso la fascia bassa del mercato e' evidente. Mentre i prodotti a marchio del distributore e a basso prezzo rosicchiano quote di mercato, quelli con la foglia bianca su sfondo verde sono meno apprezzati. Il risultato e' che, nel 2022, la quota di alimenti biologici nella dieta francese e' scesa dal 6,4% al 6%, e il declino continua. Tuttavia, la ricerca del prezzo piu' basso non e' l'unica causa di questo fenomeno. "L'inflazione ha molte responsabilita'", afferma Laure Verdeau, direttrice di Agence Bio, ente pubblico responsabile della promozione dell'ecosistema del bio. Parlando delle "classi agiate che hanno i mezzi e si sono allontanate dal biologico", Verdeau indica ragioni piu' profonde, ovvero che "la diffidenza e l'ignoranza si sono radicate nella mente dei consumatori". "Stiamo soffrendo crudelmente per questa tendenza inflazionistica di lungo periodo. Ha un forte impatto psicologico. Le persone si allontanano dai prodotti biologici a causa della reputazione radicata dei prezzi elevati. Alcuni produttori non espongono piu' il logo per non spaventare i clienti", sottolinea Philippe Camburet, presidente della Federazione nazionale dell'agricoltura biologica. La reputazione di prezzi elevati e la concorrenza di etichette con credenziali ambientali molto piu' basse, come quelle erroneamente denominate ad alto valore ambientale o senza pesticidi, senza dimenticare le promesse dei prodotti locali o dell'origine francese, hanno offuscato la percezione dei consumatori. Tutti gli attori del settore concordano sulla necessita' di comunicazione. "Abbiamo bisogno di una campagna di informazione al pubblico. Dobbiamo spiegare nuovamente ai cittadini i benefici del consumo di alimenti biologici, per la loro salute, per l'ambiente, per una maggiore biodiversita' e meno alghe verdi", afferma Camburet. Nel 2022, lo Stato ha stanziato un budget di 500.000 euro per la campagna pubblicitaria Bioreflexe, gestita dall'Agence Bio. Nel 2023, il ministero aveva previsto di destinare a questo scopo circa 750.000 euro. Alla fine, ha deciso di aggiungere altri 500.000 euro e di liberare 3 milioni di euro dal piano France 2030 per una nuova campagna di comunicazione. "Non abbiamo notizie del budget pubblicitario annunciato di 3 milioni di euro, e i 500.000 euro aggiuntivi non arriveranno prima del 2024. Alla fine di settembre trasmetteremo la seconda parte della campagna Bioreflexe, ma non abbiamo abbastanza risorse per comunicare in modo efficace. Eppure e' urgente", spiega Verdeau. Questa integrazione faceva parte di un piano di sostegno al settore biologico presentato dal governo a meta' maggio. Dopo aver fatto orecchie da mercante per molti mesi, il ministero dell'Agricoltura aveva finalmente annunciato lo stanziamento di 60 milioni di euro in aiuti di emergenza per gli agricoltori biologici. Si era inoltre impegnato a garantire entro la fine del 2023 il rispetto da parte degli esercizi pubblici della legge EGalim, che stabilisce l'obbligo del 50% di prodotti a marchio di qualita' (con etichetta), di cui il 20% biologici, nella ristorazione collettiva. Il costo aggiuntivo, stimato in 120 milioni di euro, doveva essere a carico dello Stato. "Non abbiamo informazioni sull'attuazione di questo impegno. Per quanto riguarda i criteri di concessione degli aiuti d'emergenza, sono molto restrittivi e non sappiamo quanti agricoltori ne avranno diritto", afferma Camburet. Tanto piu' che "sul campo, in alcune regioni il morale e' estremamente basso. Temiamo riconversioni, ma soprattutto cessazioni di attivita' tra gli agricoltori bio". L'obiettivo dei 60.000 agricoltori biologici e' stato raggiunto nel 2022. Anche le reti di distribuzione specializzate sono colpite da chiusure e interruzioni di attivita'. Anche Biocoop, il piu' grande operatore, e' in sofferenza. Dopo trentasei chiusure di negozi e quarantadue aperture nel 2022, la catena stima che nel 2023 chiudera' circa quaranta negozi e ne aprira' diciassette. Quanto ai supermercati, stanno riducendo il numero di referenze di prodotti virtuosi per l'ambiente sui loro scaffali. In questo contesto di crisi, l'Agence Bio sta lavorando duramente per convincere i 170.000 ristoratori francesi ad aggiungere un po' di prodotti biologici ai loro menu. La percentuale e' attualmente limitata all'1%.