Consumi di carne in calo, ma non a causa dei prodotti sostitutivi (Germania)

Europa

Da anni i tedeschi consumano sempre meno carne. Secondo quanto reso noto dall'Ufficio federale di statistica, lo scorso anno il consumo pro capite di carne si è attestato sui 52 kg: nel confronto decennale, i consumi sono diminuiti di circa il 15%, raggiungendo il valore più basso dalla prima rilevazione nel 1989. A subire le maggiori perdite è stata la carne suina, mentre la carne di pollame e la carne bovina hanno registrato perdite molto più contenute.

Lo scorso anno ogni tedesco ha mangiato in media circa 2,8 kg di carne suina in meno. Così come i consumi, anche la produzione di carne si è ridotta dell'8% rispetto all'anno precedente. L'industria alimentare vegetariana sta quindi beneficiando della sempre maggiore propensione dei consumatori all'acquisto di prodotti sostitutivi della carne? L'ipotesi è ragionevole, ma può essere confermata solo in parte. Nel 2022, se da una parte la produzione di alternative alla carne ha registrato un aumento del 6,5%, raggiungendo circa 104.000 tonnellate, è anche vero che è cresciuta molto più lentamente rispetto al 2021, quando la crescita si attestava al 17%. Anche i quantitativi richiesti sono gestibili: secondo la società fornitrice di dati Statista, nel 2021, le vendite nella Gdo di prodotti alternativi alla carne sono stati pari a circa 400 grammi per abitante. Secondo le previsioni, tali quantitativi dovrebbero arrivare a 1,38 kg entro il 2027. Eppure, i sostituti della carne non sembrano essere il motivo principale che spinge le persone a rinunciare alla carne tradizionale. Klaus Martin Fischer, della società di consulenza Ebner Stolz, ritiene che il boom dei prodotti sostitutivi sia ormai esaurito. L'attrattività del "nuovo" si sta progressivamente riducendo, mentre nelle scelte di acquisto assumono sempre maggiore rilevanza fattori oggettivi quali il prezzo, il gusto e il valore aggiunto. I dati della società di ricerche di mercato GfK sottolineano come, sebbene sempre più tedeschi provino le alternative alla carne, raramente diventano clienti abituali di tali prodotti. Secondo Fischer, i clienti dei supermercati scelgono soprattutto la carne di pollo, più economica, o alimenti convenzionali come le verdure o i cereali, il cui consumo pro capite è notevolmente aumentato negli ultimi anni. Probabilmente, se i prodotti alternativi alla carne rimangono un prodotto di nicchia è anche perché il valore dei prodotti a base di carne (42 miliardi di euro) è circa 80 volte quello dei prodotti alternativi alla carne. Inoltre, stima la società tedesca di informazione (AMI), le vendite in volume dei sostituti della carne rappresentano circa il 2,7% delle vendite di carne, salsicce e pollame. Per Mechthild Cloppenburg, esperta di mercato per l'industria della carne di AMI, alla base del brusco crollo dei consumi di carne vi sarebbe una forte riluttanza all'acquisto di carne da parte dei consumatori. Cloppenburg evidenzia come molte fasce di reddito medio-basse abbiano risparmiato sugli acquisti di carne, soprattutto per quanto riguarda la carne suina, il principale tipo di carne [prodotta a livello nazionale]; la carne bovina rappresenta invece, già solo in termini di prezzo, un alimento di qualità superiore, che i consumatori consumano comunque meno spesso. Come rileva l'Ufficio federale di statistica, nel 2022 i prezzi dei prodotti a base di carne sono aumentati di quasi il 15% rispetto all'anno precedente, il che ha spinto i consumatori ad acquistarne di meno. Secondo la GfK, lo scorso anno i volumi di acquisto dei prodotti a base di carne hanno registrato un calo dell'8,4%. Va inoltre considerato che, con la fine delle restrizioni legate alla pandemia di coronavirus, è aumentato il numero di cittadini che ha ripreso a mangiare carne fuori casa. A differenza della carne - evidenzia AMI - i prezzi dei sostituti della carne sono diminuiti dello 0,5%. Ma, al di là del prezzo, per Fischer [della società di consulenza Ebner] ci sarebbe un'altra importante ragione per cui la carne suina è sempre meno presente sulle tavole dei tedeschi. "La carne di maiale ha un problema di immagine", afferma. I menu delle giovani generazioni sono cambiati: ora si prediligono pasti brevi, frequenti e facili da preparare e la carne di maiale non è certamente molto adatta per questi scopi. Inoltre, la carne di maiale ha una reputazione inferiore in termini di sostenibilità e salute rispetto ad altri tipi di carne, come ad esempio quella di pollame. Cloppenburg, della società AMI, prevede che il prossimo anno la tendenza al ribasso dei consumi si attenuerà leggermente. I consumi di carne bovina potrebbero addirittura registrare un lieve aumento, perché l'industria della ristorazione è tornata ad utilizzare più tagli di prima scelta. Inoltre, eventuali riduzioni di prezzo potrebbero stimolare la ripresa dei consumi. Fischer prevede una tendenza al ribasso sempre più dinamica per la carne suina, mentre per il mercato dei prodotti alternativi alla carne intravede una crescita, seppur moderata. "Realisticamente parlando - osserva - ritengo che in futuro la quota di mercato di tali prodotti sarà paragonabile a quella del segmento biologico". Il Direttore Generale dell'Associazione tedesca dell'industria della carne [VDF], Heike Harstick, ribadisce come il settore abbia accettato da tempo le sfide e come sia "in piena trasformazione". "I cambiamenti nel settore dell'allevamento sono importanti", afferma Harstick, sottolineando al tempo stesso come sul mercato mondiale i consumi di carne appaiano tuttavia in crescita.

fonte: "Frankfurter Allgemeine Zeitung"