Nel 2018, il consumo pro capite di carne si attestava in media sui 60,9 kg. Lo scorso anno, se da un lato si è registrato un calo nei consumi di carne di maiale (in media 27,5 kg) e di manzo (8,9 kg), dall'altro i consumatori hanno consumato più pollame (13,1 kg). "I tedeschi prestano maggiore attenzione alla loro salute, all'impatto sull'ambiente e al benessere degli animali quando si tratta della loro dieta", ha dichiarato il Ministro dell'Agricoltura Cem Oezdemir (Verdi), che ha osservato: "Oggi molte persone mangiano meno carne, ma in modo più consapevole, e tutti i dati indicano che questa tendenza è destinata a continuare". "I sondaggi mostrano regolarmente che i consumatori vogliono standard più elevati nell'allevamento degli animali e a tal fine sono anche disposti a pagare di più", ha affermato il Ministro, che ha ricordato come il governo abbia compiuto "passi decisivi in questa direzione grazie all'introduzione dell'etichetta statale per l'allevamento degli animali e al sostegno per la ristrutturazione del settore zootecnico". "Inoltre, le alternative a base vegetale, come il latte d'avena o gli hamburger vegetariani, offrono un crescente potenziale di mercato per il settore agroalimentare nazionale", ha aggiunto Oezdemir. Albert Stegemann, portavoce per la politica agricola e alimentare del gruppo parlamentare CDU/CSU [Unione cristiano-democratica e Unione cristiano-sociale bavarese] al Bundestag, la pensa diversamente: "E' completamente sbagliato da parte della politica usare il pugno di ferro contro il settore zootecnico tedesco", ha dichiarato Stegemann. "Il comparto agricolo si sta già adattando da anni al calo del consumo di carne", ha sottolineato. Il portavoce ha anche chiesto che il sistema zootecnico tedesco diventi competitivo e sia sostenibile nel tempo. "Altrimenti - ha avvertito Stegemann - la delocalizzazione del nostro allevamento regionale continuerà e saremo costretti ad importare ancora più carne".
"Der Spiegel"