Il maiale vale oro

Europa

Il maiale sta attraversando un periodo memorabile. Gli allevatori non credono

ai loro occhi mentre osservano l'evoluzione dell'ago del mercato all'asta di Plerin (Côtesd'Armor).

La magia dei mercati l'ha spinto dal lato giusto. Giovedi' 8 giugno un chilo di maiale era scambiato a 2,18 euro. Tra meta' marzo e meta' aprile aveva persino raggiunto i 2,38 euro, battendo un nuovo massimo storico, prima di un leggerissimo calo. Complessivamente, da fine gennaio, l'ago e' sempre rimasto sopra la soglia dei 2 euro. "Non abbiamo mai vissuto un periodo cosi' propizio dall'inizio delle quotazioni", si rallegra François Valy (...) vicepresidente dell'interprofessione Inaporc. Il maiale vale oro. Il morale e' ancora piu' alto poiche' non e' piu' necessario pagare una fortuna per nutrire i maiali. Il costo dei mangimi sta lentamente diminuendo, da 400 a 370 euro a tonnellata grazie al calo dei prezzi di grano, mais e soia. Per il momento, quindi, signor Valy non vede all'orizzonte alcuna nuvola oscura e, secondo lui, il futuro del maiale e' roseo. In ogni caso, il futuro prossimo. (...) [Secondo lui] gli acquirenti temono di rimanere senza carne e quindi i prezzi rimangono elevati. Ciascuno valuta la produzione, in diminuzione in Europa. "Il calo e' del 9,5% in Germania e del 5% in Francia", afferma Thierry Meyer, presidente dell'associazione nazionale suina (Inaporc). In Germania, come nei Paesi del nord, la volonta' politica e' quella di ridurre il patrimonio suinicolo di fronte alle sfide ambientali. In Francia, gli allevatori vanno in pensione e le aziende agricole chiudono. Non e' cosi' in Cina, dove Emmanuel Macron si e' recato all'inizio di aprile per far conoscere l'industria suinicola francese. "Dopo l'epidemia di peste suina africana, la Cina ha pensato di industrializzare l'allevamento e di sradicare le piccole aziende agricole familiari. Ma queste ultime sono sopravvissute e il Paese soffre di sovrapproduzione dal 2022", afferma Meyer per poi aggiungere che "il prezzo della carne di maiale e' dimezzato in due anni". (...) La Cina sta cercando di stoccare i suinetti in eccesso ma, con un patrimonio suinicolo di 42,8 milioni di scrofe, la questione e' tutt'altro che chiusa. Sebbene le esportazioni europee di carne suina verso il Paese siano state ridotte all'osso, con un calo del 40% nel 2022, pari a una perdita di oltre un milione di tonnellate di merce, lo shock sembra essere stato assorbito. Li', la Francia commercializza principalmente frattaglie. E spera di non perdere la sua posizione nel mercato cinese della carne suina.