Negli Usa il bestiame trasportato diffonde i virus

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Il virus dell'influenza aviaria che si sta diffondendo tra le bovine da latte americane è probabilmente riconducibile a un singolo evento di spillover.

Alla fine dello scorso anno, secondo gli scienziati, il virus sarebbe passato dagli uccelli selvatici alle vacche nel Texas Panhandle (la parte più a nord dello Stato). In primavera, il virus, noto come H5N1, si era già spostato dall'epicentro di centinaia di chilometri, arrivando in Idaho, Carolina del Nord e Michigan, trasportato dal bestiame vivo venduto ad altri allevamenti. Il numero di animali (bovini, suini) trasportati negli Usa ogni anno è stimato in circa 82 milioni, alcuni viaggiano per oltre 1.500 miglia e gli spostamenti possono contribuire al trasporto di agenti patogeni, molti dei quali, tra cui l'influenza aviaria, sono zoonotici, cioè, possono passare dagli animali all'uomo. Secondo gli esperti, gli Stati Uniti impongono poche restrizioni al trasporto di animali da allevamento, così il bestiame viene mantenuto in condizionali non adeguate e di scarso benessere aumentando i rischi di contagio tra animali. Anche le aste sarebbero il luogo ideale per il passaggio dell'H5N1 dai bovini ai suini. Questi possono essere infettati da più tipi di influenza contemporaneamente, permettendo ai diversi ceppi di scambiarsi il materiale genetico e dando origine a nuove varianti. Il Dipartimento dell'Agricoltura degli Usa ha l’autorità di limitare il trasporto interstatale di bestiame, ma in pratica ci sono poche barriere normative e manca anche un sistema nazionale di registrazione degli spostamenti di animali. Ciò impedisce il tracciamento in caso di epidemie. I sostenitori del benessere degli animali sollecitano l'approvazione di nuove norme sul trasporto del bestiame, evidenziando che servono per non far soffrire gli animali ma anche perché' il loro benessere ha un impatto sulla sicurezza del cibo e sulla nostra salute.

"The New York Times"