Inflazione e siccità bloccano la ripresa del settore agricolo

Europa

Nel 2022, nonostante lo scemare degli effetti della pandemia e il trend positivo delle attività secondarie e dei servizi, la ripresa è frenata dal sostenuto rialzo dei prezzi dei fattori di produzione e dalla siccità. E’ quanto rilevato da Istat nella stima preliminare dell’andamento economico del settore agricolo per l’anno appena trascorso.

L’instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici, che ha caratterizzato l’ultima parte del 2021 e che si è amplificata nel corso del 2022 anche per la guerra in Ucraina, ha innescato un consistente rialzo dei prezzi con ricadute particolarmente pesanti sui costi di produzione. Inoltre, il fattore climatico ha segnato l’andamento del settore soprattutto per la siccità, fenomeno che ha contraddistinto l’intera annata influendo su volumi e qualità di molte colture.

Notevole l’incremento dei prezzi dei prodotti venduti (+19,1%) e ancora più rilevante quello dei prezzi dei prodotti impiegati (+23,6%).

Al netto della variazione dei prezzi, nel 2022 la produzione dell’agricoltura si è ridotta dello 0,7% in volume. Scendono anche il valore aggiunto ai prezzi base (-1% in volume) e le unità di lavoro (-1,4%).

I contributi alla produzione ricevuti dal settore sono aumentati del 2%. Il reddito dei fattori è cresciuto del 15,6% in valore e, conseguentemente, l’indicatore di reddito agricolo ha evidenziato un aumento del 13,7%.

Coltivazioni: raccolti in calo, prezzi in salita

Il 2022 non è stato un anno favorevole per le coltivazioni (-2,2% in volume), condizionate dagli eventi climatici. Sensibili decrementi si registrano non solo per olio d’oliva (-17% in volume) e cereali (-10,4%) ma anche per piante foraggere (-5,5%), piante industriali (-4,5%), patate (-1,9%) e ortaggi freschi (-1,8%).

L’annata si è rivelata invece propizia per colture frutticole (+6,8% in volume) e florovivaismo (+1,1%), mentre il vino ha mantenuto gli stessi livelli quantitativi del 2021 (+0,1%).

Notevole l’incremento dei prezzi dei prodotti delle coltivazioni, cresciuti mediamente del 17,8%, con punte del 40,3% per i foraggi, 39,9% per i cereali, 21,2% per gli ortaggi freschi, 14,7% per gli agrumi, 13,5% per le piante industriali, 10,1% per il vino e 6,6% per la frutta fresca.

Comparto zootecnico: produzione stabile, prezzi in forte aumento

Secondo le prime stime, nel 2022 il settore zootecnico ha mantenuto volumi produttivi sostanzialmente stabili rispetto al 2021 (-0,3%), a sintesi di una crescita che ha riguardato principalmente gli ovi caprini (+5,2%), bovini (+2,5%) e il latte (+0,1%), e di un calo per le carni suine (-2,8%) e il pollame (-1,5%).

Il prezzo medio dei prodotti zootecnici è in forte aumento (+24,2%), spinto soprattutto dal rincaro di pollame (+33,4%), latte (+26,6%), carni bovine (+19,5%), suine (+18,4%) e ovi caprine (+10,6%).

Attività secondarie e dei servizi agricoli di nuovo in crescita

Le attività secondarie non agricole nel 2022 hanno segnato un incremento in volume del 6%. Le stime indicano un’espansione soprattutto per le attività legate all’agriturismo e la piena ripresa di questo settore dopo le forti cadute causate dalla crisi pandemica. In positivo pure le attività dei servizi agricoli (incremento in volume dello 0,5%). Anche per questi ambiti produttivi si è avuto un rialzo dei prezzi, consistente per le attività secondarie (+25,4%) e più contenuto per quelle dei servizi (+5%).

La crescita dei prezzi pesa sui costi di produzione

Nel 2022, a fronte di un calo delle quantità dei prodotti acquistati (-0,4%), l’ammontare dei costi sostenuti dagli agricoltori è aumentato sensibilmente (+23,1%) essenzialmente a causa dei prezzi dei principali prodotti impiegati (+23,6%).

Sono cresciuti sensibilmente soprattutto i prezzi di fertilizzanti (+63,4%), prodotti energetici (+49,7%) e alimenti per animali (+25,1%).

Francia prima in Europa per produzione e valore aggiunto agricolo

Nel 2022 il comparto agricolo ha registrato un decremento del volume della produzione del 3% per l’insieme dei paesi dell’UE-27. Limitando l’analisi ai principali Paesi, il calo più vistoso ha riguardato Ungheria, Romania e Spagna mentre si è avuta una lieve crescita in Grecia, Danimarca e Francia.

La graduatoria del valore della produzione a prezzi correnti vede la Francia mantenere nel 2022 la prima posizione (96,6 miliardi di euro, +17,2% rispetto al 2021), seguita da Germania (74,4 miliardi di euro, +25,7%), Italia (72,4 miliardi di euro, +18,2%) e Spagna (63,8 miliardi di euro, +11,7%).

Anche in termini di valore aggiunto la Francia conferma nel 2022 la propria leadership europea (43,5 miliardi di euro, +23,5% rispetto al 2021) seguita dell’Italia (38,4 miliardi di euro, +14,2%), che aveva mantenuto il primato ininterrottamente dal 2013 al 2020, mentre la Germania (30,9 miliardi di euro, +57,9%) supera la Spagna (28,5 miliardi di euro, -4,8%).